STRANO DESTINO PER UN ARCHITETTO (AMICI SPECIALI)
Per realizzare uno degli edifici a cui tengo maggiormente è stato necessario demolire un’altra pregevole architettura: la villa di famiglia, progettata dall’arch. Luis Plattner nel 1961. Era indubbiamente un bell’esempio di modernità contestualizzata.
L’edificio è stato raso al suolo nel 2011 ma un pezzo della memoria artistica familiare è stato fortunatamente salvato dalla sensibilità e dalla lungimiranza di un mio amico, Kurt Baumgartner, che si è assunto l’onere dello smontaggio e dello stoccaggio del dipinto murale che sovrastava l’ingresso, opera dell’artista sudtirolese Heiner Gschwendt (Bolzano/Bozen 2014- Chiusa/Klausen 2011).
Quando progetto, non penso mai al fatto che prima o poi un altro collega progetterà l’abbattimento del mio lavoro, con tutte le memorie che custudirà. Eppure è molto probabile che succeda, osservando la storia delle nostre città. Spero tanto che in quel momento anche lui abbia degli amici speciali come i miei.